Teatro
I custodi dei confini, un film di Luigi Tassi
Sinossi e linea di regia a cura del Dott. Luca Calvi
Dalla Cresta Carnica tra Cadore Veneto e Tirolo Orientale austriaco, passando per i valichi che dividono il Bellunese dal Sudtirolo nelle Dolomiti di Sesto, alcune riflessioni portano a rianalizzare il significato del termine “confini”. Non più linee divisorie, ma aree di incontro e scambio tra varie “alterità” etnolinguistiche, etnosacrali ed etnopolitiche determinate dal tragico lascito dell’antiutopia dei nazionalismi. Ciò che per alcuni divide, la lingua, gli usi, la religione, l’appartenenza regionale o statale va in realtà visto come particolarità, ricchezza portata in dote da popolazioni che vivono contatto. Rifugi e rifugisti "di frontiera” sono i testimoni del cambio di ruolo da “guardiani” a “custodi” di un’area di nuove identità europee.
Lungo la linea immaginaria che seguiamo lungo il nostro cammino e dove andiamo a ristudiare attentamente la storia prima di ripensare il concetto di confine e quello di identità per dimenticare l'antiutopia offerta dai concetti di nazioni e nazionalismo, numerose sono le comunità linguistiche "particolari" che ci permettono di rivalutare il concetto di lingua e dialetto: dal Tilga di Obertilliach, dialetto locale presumibilmente derivante da spostamenti di gruppi umani dalla Slesia ancora da studiare approfonditamente, alla variante di Kartitsch del tirolese orientale, per passare all'altopusterese, ovvero la variante di Sesto del sudtirolese. Questo per quanto riguarda le varianti locali del tirolese, per alcuni dialetto tedesco, per altri lingua minoritaria dalle varie sfaccettature. Altrettanto vale per i "dialetti" parlati sull'altro versante, ovvero il Comelean e il Ladin parlati nel Comelico, ambedue varianti del Ladin Dolomitan parlato nell'area cadorina, così come il Cadorino parlato ad Auronzo. Tutte le "lingue locali" sopra riportate sono patrimonio di tirolesi, sudtirolesi, comelicani (comeliani) e cadorini, la cui appartenenza statale ad Austria e Italia è chiara, mentre totalmente da ripensare è la loro identità culturale e linguistica partendo da un fondo di condiviso di storia comune in cui il multilinguismo era fattore di arricchimento e non di divisione.
Biografia Luigi Tassi
Ho frequentato i corsi dell’Accademia Militare di Modena, fotografo da sempre e la prima camera l'ho avuta in regalo a dodici anni. Diversi anni fa ho scelto di tornare al primo amore e ora sono fotografo-video maker e Guida professionista. Ho collaborato con diversi autori/registi sia per le riprese sia per la consulenza fotografica; dopo aver vissuto per diversi anni tra Sardegna e Abruzzo, ho scritto le Guide del Parco Nazionale del Gran Sasso e di Selvaggio Blu, ora vivo a Kartitsch in OstTirol e collaboro stabilmente con l’Ente Turismo del Comune di Sesto.
Questo è il primo progetto indipendente dove ho curato personalmente e da solo idea, fotografia, riprese e montaggio; la preziosa consulenza storico-linguistica del Dott. Luca Calvi è stata il complemento perfetto per realizzare il DocuFilm e presentare un “idea” diversa del termine di confine e di “rifugista”, da gestore a custode della memoria dei confini.
Biografia Luca Calvi
Linguista poliglotta, scrittore e storico, già̀ docente universitario, è autore di numerose pubblicazioni accademiche nonché́ di libri sull’alpinismo dolomitico. Ha al suo attivo diverse traduzioni di libri dei più̀ importanti alpinisti e scalatori da lui tradotti anche sul palco. Ha tradotto anche alcuni film e, con Alessandro Filippini, è autore del documentario "Messner e Purja, i collezionisti di vette… 8000 metri sopra il cielo" presentato al Festival della Gazzetta dello Sport.
Ingresso libero
Dalla Cresta Carnica tra Cadore Veneto e Tirolo Orientale austriaco, passando per i valichi che dividono il Bellunese dal Sudtirolo nelle Dolomiti di Sesto, alcune riflessioni portano a rianalizzare il significato del termine “confini”. Non più linee divisorie, ma aree di incontro e scambio tra varie “alterità” etnolinguistiche, etnosacrali ed etnopolitiche determinate dal tragico lascito dell’antiutopia dei nazionalismi. Ciò che per alcuni divide, la lingua, gli usi, la religione, l’appartenenza regionale o statale va in realtà visto come particolarità, ricchezza portata in dote da popolazioni che vivono contatto. Rifugi e rifugisti "di frontiera” sono i testimoni del cambio di ruolo da “guardiani” a “custodi” di un’area di nuove identità europee.
Lungo la linea immaginaria che seguiamo lungo il nostro cammino e dove andiamo a ristudiare attentamente la storia prima di ripensare il concetto di confine e quello di identità per dimenticare l'antiutopia offerta dai concetti di nazioni e nazionalismo, numerose sono le comunità linguistiche "particolari" che ci permettono di rivalutare il concetto di lingua e dialetto: dal Tilga di Obertilliach, dialetto locale presumibilmente derivante da spostamenti di gruppi umani dalla Slesia ancora da studiare approfonditamente, alla variante di Kartitsch del tirolese orientale, per passare all'altopusterese, ovvero la variante di Sesto del sudtirolese. Questo per quanto riguarda le varianti locali del tirolese, per alcuni dialetto tedesco, per altri lingua minoritaria dalle varie sfaccettature. Altrettanto vale per i "dialetti" parlati sull'altro versante, ovvero il Comelean e il Ladin parlati nel Comelico, ambedue varianti del Ladin Dolomitan parlato nell'area cadorina, così come il Cadorino parlato ad Auronzo. Tutte le "lingue locali" sopra riportate sono patrimonio di tirolesi, sudtirolesi, comelicani (comeliani) e cadorini, la cui appartenenza statale ad Austria e Italia è chiara, mentre totalmente da ripensare è la loro identità culturale e linguistica partendo da un fondo di condiviso di storia comune in cui il multilinguismo era fattore di arricchimento e non di divisione.
Biografia Luigi Tassi
Ho frequentato i corsi dell’Accademia Militare di Modena, fotografo da sempre e la prima camera l'ho avuta in regalo a dodici anni. Diversi anni fa ho scelto di tornare al primo amore e ora sono fotografo-video maker e Guida professionista. Ho collaborato con diversi autori/registi sia per le riprese sia per la consulenza fotografica; dopo aver vissuto per diversi anni tra Sardegna e Abruzzo, ho scritto le Guide del Parco Nazionale del Gran Sasso e di Selvaggio Blu, ora vivo a Kartitsch in OstTirol e collaboro stabilmente con l’Ente Turismo del Comune di Sesto.
Questo è il primo progetto indipendente dove ho curato personalmente e da solo idea, fotografia, riprese e montaggio; la preziosa consulenza storico-linguistica del Dott. Luca Calvi è stata il complemento perfetto per realizzare il DocuFilm e presentare un “idea” diversa del termine di confine e di “rifugista”, da gestore a custode della memoria dei confini.
Biografia Luca Calvi
Linguista poliglotta, scrittore e storico, già̀ docente universitario, è autore di numerose pubblicazioni accademiche nonché́ di libri sull’alpinismo dolomitico. Ha al suo attivo diverse traduzioni di libri dei più̀ importanti alpinisti e scalatori da lui tradotti anche sul palco. Ha tradotto anche alcuni film e, con Alessandro Filippini, è autore del documentario "Messner e Purja, i collezionisti di vette… 8000 metri sopra il cielo" presentato al Festival della Gazzetta dello Sport.
Ingresso libero