La Biblioteca di Abele, con Stefano Bartezzaghi

La pubblica istruzione per tutti, l'estensione dell'obbligo scolastico, la sostanziale fine dell'analfabetismo, l'università di massa, l'editoria a basso prezzo, le biblioteche gratuite: se ieri qualcuno pensava che ci avrebbero preservato da violenza, stupidità e regresso oggi deve ammettere di essersi sbagliato. La bontà viene anzi chiamata buonismo e le cosiddette «buone letture» sono cattivi esempi: sofismi e snobismi da «sapientoni». Ma se non servono alla società per essere «più buona», allora perché leggiamo o addirittura scriviamo ancora libri?

Stefano Bartezzaghi (Milano, 20 luglio 1962)

Enigmista, giornalista, scrittore. Insegna Semiotica e Teorie della creatività e dirige il Master in Giornalismo all'Università IULM di Milano. Collabora con importanti testate giornalistiche e radiofoniche occupandosi di giochi, libri e linguistica. Ha ideato e dirige il Festival "Il senso del ridicolo" a Livorno.

È autore di una vastissima produzione saggistica, il suo più recente lavoro è "Parole in gioco" (Einaudi 2017).

È un intellettuale geniale, innovativo e provocatorio che, attraversando campi del sapere e linguaggi diversi, sa smascherare con finezza e divertimento aspetti nascosti nel racconto dell'attualità.

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