Colloqui di Dobbiaco 2023
Organizzatore: Centro Culturale Euregio Gustav Mahler Dobbiaco DolomitiStop al cemento!
Della resilienza e rigenerazione delle nostre città in tempi di caos climatico
Piogge intense e inondazioni, siccità e ondate di calore: il caos climatico è in atto. Quali conseguenze
per la progettazione edile e urbanistica? Una risposta è riportare la natura nelle città. Lo slogan "Città
verdi" riassume il diritto di vivere in aree urbane sane, portando nelle città alberi, orti e giardini,
argilla e legno e persino l'agricoltura. Un'altra risposta è quella di fermare l'espansione urbana e il
consumo del suolo e di accontentarsi delle abitazioni e degli edifici esistenti. Entrambe le risposte
suggeriscono di smettere di costruire, soprattutto perché nuove infrastrutture, edifici per abitazioni
e terziario consumano molto cemento e acciaio ed emettono grandi quantità di gas serra.
D'altra parte, l'Istituto tedesco di ricerca Pestel lamenta "una carenza di alloggi record per la
Germania: con più di 700.000 appartamenti mancanti, è il più grande deficit di abitazioni in più di
vent'anni". Gli “Architects for Future” controbattono che “Il nuovo costruire significa non costruire
più”. Dove vivrà la gente allora? Come potranno vivere meglio senza nuovo cemento? Quali
alternative ci sono? Che risultati ha ottenuto la ridensificazione degli edifici esistenti? È forse più
una questione di come? Per esempio, piccole case di legno, paglia e argilla al posto di quartieri
industriali, centri commerciali e complessi residenziali su aree verdi? E prima o poi l'ultima
generazione lascerà la casa dei genitori. Vogliamo vietare loro la casa unifamiliare in campagna? E
invece?
È necessaria una svolta edilizia. Costruire come dopo la Seconda guerra mondiale è fuori discussione
per molti motivi. Ricostruzione, conversione e rinaturalizzazione sono all'ordine del giorno. Come
possono le nostre città diventare più resilienti, abitabili e rigenerative?