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4.Edition Eau&Gaz 2018

Organizzatore: Eau&Gaz
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In occasione della quarta edizione dell’evento, vogliamo andare al fondo del groviglio di biografia e aneddoti, di ciò che è autentico e di ciò che è invece sfrenata invenzione.

La residenza per artisti Eau&Gaz è stata fondata nel 2014, con l'intento di creare ad Appiano un punto d'incontro per artiste ed artisti, ma anche per appassionati e operatori di settore. Obiettivo creare un luogo d'incontro permanente, contrariamente al carattere temporaneo delle esposizioni. È nata così una piattaforma, che stimola alla ricerca su questioni sociali e politiche, oltre che artistiche, invitando quindi ad un confronto vivace e ad uno scambio attivo. Ogni anni invitiamo quindi artiste ed artisti, così come autrici e autori, a vivere e lavorare ad Appiano.
In occasione della quarta edizione dell'evento, vogliamo andare al fondo del groviglio di biografia e aneddoti, di ciò che è autentico e di ciò che è invece sfrenata invenzione. Proprio come un ragno, la forza creatrice è chiamata a tessere la sua tela e connettere tutto in un'unica trama. È una partita che si gioca tra fatti e finzione, tra insidie, falsificazioni e autenticità. Per riempire gli spazi vuoti e nascondere le crepe, conferiamo significato agli oggetti che indossiamo o con i quali arrediamo le nostre case. I luoghi popolati di oggetti creano spazi abitabili da identità fittizie. In essi si manifesta chi vi abita con gli attributi del suo ambiente.
Le opere di Aslı Çavuşoğlus indagano le condizioni nelle quali i fatti culturali e storici vengono interpretati, rappresentati e trasformati dagli individui. Çavuşoğlu assume in questo senso il ruolo di interprete, scrittrice o moderatrice, ponendo questioni su come la Storia può essere letta, e al tempo stesso su chi la scrive e con quale scopo. In un racconto l'artista è alla costante ricerca di quelle crepe e quei varchi che possano aprire a nuove interpretazioni. Ricavare storie dagli oggetti fisici dimostra al tempo stesso che la costruzione e la legittimazione di una verità acquista validità grazie all'esperienza. Ed è proprio nel corso della ricerca sulle mille possibili combinazioni materiali e narrative che riemergono in superficie, insieme alle loro storie taciute, oggetti dimenticati o creduti perduti.
Le sculture di Elif Erkans sono dei contenitori che proteggono, tengono insieme e custodiscono il loro contenuto, conservando l'atto originario della loro formazione. Ricordi e desideri vi vengono addensati in una massa impietrita. Sono le entità che stringono un legame fisico con il nostro corpo- col colpito di ottimizzarlo, sanarlo, proteggerlo- e che tornano costantemente nell'opera di Ekan. Nelle nuove opere qui presentate, la domanda centrale è "Does work love me?" ("Il lavoro mi ama?"). Con metodi desunti dall'arte divinatoria e dalla numerologia, nascono folkloristiche figure di feltro che assumono su di sé quella domanda e spingono gli spettatori a interrogarsi sul proprio rapporto con il lavoro, il successo e la fatalità.
Rosalyn D'Mello scrive come critico d'arte su numerose riviste indiane. Nel suo romanzo d'esordio, "A Handbook For My Lover" (2015), raccoglie in una sorta di romanzo epistolare le lettere indirizzate in oltre un decennio all'anonimo compagno che ha il doppio dei suoi anni. In una confessione estremamente personale, Rosalyn D'Mello scrive di smagliature, pruriti sessuali, masturbazione, infrangendo così i tabù dominanti in India. La prefazione al libro ripresa nel catalogo racconta di come poco alla volta l'autrice si spogli metaforicamente, mostrandosi nuda al lettore in tutta la sua vulnerabilità. Se non che, così facendo, si libera passo dopo passo di ogni conformismo, trovando infine un crescente piacere nella provocazione.
L'installazione di Masatoshi Noguchi suggerisce l'impressione di un rifugio o di una dimora. Similmente a un santuario che inviti una forza divina ad abitare il luogo di culto, l'installazione funge da deposito. Ricordi e desideri sono iscritti negli oggetti la cui superficie liscia e lucente sembra allontanare da sé qualsiasi difetto. Colpisce il ricorrente motivo del recinto, che nel suo multiplo significato di schermo, filtro e protezione, resta ambiguo e consente di osservare ciò che è oltre solo da una certa distanza. Attraversate da elementi ispirati alla tipica architettura dei portali shintoisti, queste strutture rappresentano da un punto di vista simbolico il passaggio e l'ingresso.
Helena Dietrich und Janneke Raaphorst "Elastic Habitat" è un tempio, un parco giochi, un laboratorio di esperienze sensoriali intercambiabili. Al suo interno si può esplorare il corpo immaginario, invisibile e speculativo. Un invito a superare ed ampliare il consueto habitat del nostro corpo fisico e virtuale. Per mezzo di sedute individuali, è stato registrato il momentaneo stato fisico, mentale ed emozionale dei partecipanti, per poi essere trasferito in indossabili sculture tessili. Per l'esposizione ad Appiano, le artiste Helena Dietrich e Janneke Raaphorst hanno convertito la loro immersiva installazione in una sorta di negozio interattivo. In questo showroom i visitatori sono invitati a provare loro stessi le sculture indossabili o corpi tessili.
La ricerca artistica di Karin Ferrari si concentra sulla narrativa della sottocultura digitale. Ad interessarla è il (paranoide) spazio immaginario come un sintomo del nostro presente e dei suoi poteri opachi. Messaggi e simboli nascosti- rintracciati nei titoli di testa del notiziario austriaco "Zib" o in canzoni pop come "Atalantis" di Azealia Banks o "Dark House" di Katy Perry- vengono decifrati dall'artista con commenti fuori campo. La Ferrari riproduce video complottisti come parte della cultura di Youtube, seguendone gli schemi estetici e linguistici e giungendo così ad un ulteriore livello interpretativo: opere d'arte e video non possono più essere distinti, significato artistico ed artificiale si confondono. L'opera della Ferrari collega in questo modo i temi attuali della teoria dei media con la cultura pop, l'occultismo e la cosiddetta scienza di confine.


validato dalla redazione



Informazioni sulla mostra


Implementazione

Artista: Aslı Çavuşoğlus, Elif Erkan, Masatoshi Noguchi, Karin Ferrari, Helena Dietrich & Janneke Raaphorst,Rosalyn D’Mello
Curatore: Kathrin, Sarah Oberrauch


Vernissage

Benvenuto - Giorno di apertura: Philipp Waldthaler
Introduzione - Giorno di apertura: Kathrin, Sarah Oberrauch