Mostre

„2nd creation – artificial intelligence”

Organizzatore: Vijion Art Gallery
Aggiungi al preferiti
Condividere

16 artisti esprimono le loro riflessioni sul tema dell'intelligenza artificiale

La mostra collettiva dal titolo „2nd creation – artificial intelligence” visualizza l'intelligenza artificiale che sta cambiando il mondo.

 

L’evoluzione dell’intelligenza artificiale si sviluppò rapidamente a partire dalla Gilded Age statunitense. Dal primo computer mainframe del 1940, si raggiunse l'anno successivo ad un passo importante. L'ingegnere tedesco Konrad Zuse creò il Z3, che fu il primo computer digitale programmabile, completamente automatico. Da lì in avanti, nuovi mondi si aprirono, introducendo possibilità impensabili. Lo sviluppo accelerò, innanzittutto grazie al pioniere di computer Marvin Minsky. Nel 1966, Joseph Weizenbaum svilupò il primo Chatbot_Prototypen, con la capacità di elaborare il linguaggio naturale. ELIZA èra il primo programma di computer, in grado di fingere di essere un essere umano, tramite brevi conversazioni scritte. Poi l’anno 1993 segnò un punto di svolta decisivo. Il primo browser web Netscape rese l’Internet accessibile a tutti, creando uno spazio di ricchezza inimmaginabile di dati digitali.

L'intelligenza artificiale è un prossimo livello di automazione. Facilita la contabilità, calcola per conto degli esseri umani o elabora testi, assumendo abilità e competenze che superano la persona. La rivoluzione digitale ci permette di mettere in pratica questo ideale umanistico, utilizzando l'intelligenza artificiale in modo intelligente e a beneficio dell'uomo. Se la base di dati e il quadro decisionale sono corretti, i sistemi d’intelligenza artificiale prendono addirittura decisioni migliori, più veloci ed economiche. In effetti l'intelligenza artificiale sta prendendo decisioni complesse che in precedenza erano riservate agli esseri umani. I computer possono risolvere problemi noti, ma i problemi sconosciuti non riescono a identificare. Gli scienziati, che esaminano il cervello umano sottolineano che, nonostante tutti i progressi nell'IA, vale ancora il principio di Pablo Picasso: "I computer sono stupidi perché non riescono a fare domande".

Questa evoluzione suscita tante domande: Le macchine potranno mai creare qualcosa di nuovo? Saranno presto più intelligenti degli esseri umani e riusciranno ad allenare una capacità da rendersi sempre più intelligenti? Imparando, l’uomo diventa più intelligenti, ma una macchina può farlo ugualmente?

È difficile immaginare di costruire un cervello artificiale che copia i processi di apprendimento della mente umana. Il cervello umano è l'entità più complessa che l'evoluzione abbia mai creato. Ancora oggi, non è nemmeno lontanamente riconoscibile come gli esseri umani possano costruire un cervello artificiale con proprietà relativamente versatili, ad un consumo energetico relativamente basso. Va tenuto presente che gli umanoidi devono essere costantemente connessi a Internet.

I pericoli più importanti si possono assumere in tre parole chiave: monopolizzazione dei dati, manipolazione dell'individuo e abuso da parte dei governi. Per il momento, non dobbiamo avere paura dell'intelligenza artificiale, ma delle persone che ne abusano.

La storia dell'umanità è una somma di decisioni umane. Decidiamo normativamente cosa vogliamo. L'autore newyorkese Albert Wenger lo dice in poche parole: "La capacità di creare conoscenza ci rende unici. La conoscenza viene creata in un processo critico. Tutte le persone possono e devono partecipare a questo processo". Ma le domanda sono: Pensare senza coscienza è possibile? I computer possono mettersi in discussione, come possono fare gli esseri umani con una mente critica? Le macchine potranno sviluppare un'immagine di sé, una consapevolezza ed eseguire i propri interessi?

 

Lo scienziato americano Raymond Kurzweil presume che entro il 2045 i computer supereranno gli esseri umani in quasi tutte le loro capacità e che la storia del mondo passerà in una fase del "transumanesimo". Nessuno sa dire, quali abilità avranno i computer tra poche centinaia di anni, ma chissà se come super intelligenza, causeranno la fine della specie umana. Oggigiorno nessuno può prevedere se i sistemi d’intelligenza artificiale distruggeranno posti di lavoro dell’uomo. Gli scienziati dell'ergonomia si occupano delle previsioni sull'automazione e dei conseguenti effetti negativi sull'occupazione.

 

Ma l’intelligenza artificiale è anche amico dell’uomo. L'automazione dell'intelligenza artificiale sta già trovando la sua esperienza come colleghi robot. L'ascesa dei robot è strettamente legata a un'interazione uomo-macchina sempre più funzionante. Dai "robot" si arriva ai cosiddetti "cobot" che stanno lavorando per noi come buoni colleghi. Essi sono programmati per aiutare le persone in determinate attività e notano anche quando mettono in pericolo le persone. Una serie di cobot risponde a gesti, alle espressioni facciali e al tono di voce dei suoi interlocutori umani e calcola da sè lo stato d’animo della sua controparte. Gli umanoidi sono già in uso nelle case di riposo e nelle scuole giapponesi. Gli atteggiamenti culturali accelerano o rallentano l'accettazione dell'innovazione. In Europa, i robot sono nemici, in America i servi, in Cina colleghi e in Giappone amici. Tutto dipende dalla fiducia delle persone nelle diverse parti geografiche. Ma qual è il limite nel delegare compiti alle macchine?

Noi umani dobbiamo pensare, quali decisioni vogliamo delegare all'intelligenza artificiale. Ogni individuo dovrà imparare a valutare, dove vuole tracciare la linea del paternalismo della macchina. L'intelligenza artificiale, comunque, non ci può togliere il pensiero. Quindi, per prima cosa portiamo la responsabilità dell'auto-incapacità tecnologica dentro di noi. Perché nell'era dell'automazione, delle decisioni attraverso l'intelligenza artificiale, sopra vale un principio: Le persone devono essere contente delle loro decisioni, i computer no. Le macchine non sentiranno mai cos'è la felicità!


Nella mostra collettiva "2°creation – artificial intelligence", 16 artisti mostrano le loro attitudini in relazione a questo tema. Con le diverse tecniche, nel campo della scultura, della pittura, del software e dei media digitali, vengono illustrati i diversi modi di guardare le cose.


Artisti partecipanti:

Mirijam Heiler, Valeria Stuflesser, Lena Geiser, Duo-Josefa Schundau/Kira Krüger, Marlies Baumgartner, AliPaloma, Simon Perathoner, Harald Plattner, Manuel Van der Veen, Duo - Maximilian Willeit/Manuel Resch, Peter Senoner, Hannes Egger, Christian Bazant-Hegemark, Tino-Roberto Bors




Caratteristiche dell’evento


Altro

Evento suggerito anche in caso di maltempo


Informazioni partecipazione

Accesso privo di barriere architettoniche


Informazioni sulla mostra


Finissage

Startdatum: 08.07.2022
Uhrzeit: 29:30


Implementazione

Artista: Mirijam Heiler, Valeria Stuflesser, Lena Geiser, Duo-Josefa Schundau/Kira Krüger, Marlies Baumgartner, AliPaloma, Simon Perathoner, Harald Plattner, Manuel Van der Veen, Duo - Maximilian Willeit/Manuel Resch, Peter Senoner, Hannes Egger, Christian Bazant-
Autore: Vijion Art Gallery
Curatore: Kostner Valentine
Introduzione: Kostner Valentine
Introduzione: Kostner Valentine


Vernissage

Benvenuto - Giorno di apertura: Kostner Valentine
Introduzione - Giorno di apertura: Kostner Valentine
Künstler/in anwesend
Mit Vernissage
Startdatum: 08.07.2022
Uhrzeit: 20:30